“Cuphead: Don’t deal with the Devil”: sfidare un cartone animato anni ‘30

La recensione di Giampaolo Sutto


Un'avventura che unisce lo stile unico e indimenticabile dei cartoni animati anni '30 alla qualità tecnica di oggi, il tutto farcito da una colonna sonora folle, a opera di un'orchestra jazz che ha realizzato quasi 3 ore di musiche originali ad hoc. Un'avventura unica nel suo genere, un gioiello che sprizza potenziale da ogni singolo frame (disegnato, tra l'altro, a mano con la stessa verve sferzante dei cartoni anni '30 a cui si ispira): "Cuphead: Don't deal with de Devil" nasce da un sogno coltivato per anni da due fratelli canadesi appassionati di videogames e di animazione, i fratelli Chad e Jared Moldenhauer.


La trama non è di certo la cosa più rilevante, ma comunque esiste: due fratelli dalle sembianze di tazzine si imbattono nel casinò del Diavolo. Dopo una serie di vittorie, cadono nel tranello dei loro maligni nemici, che gli offrono un patto: se vogliono mantenere le loro anime, dovranno recuperare quelle di tutte le creature che ancora hanno un conto in sospeso col Diavolo, affrontandoli e sconfiggendoli.

Il gioco, a metà tra uno sparatutto/action in 2D con sezioni "bullet hell" e un tipico "run 'n' gun", è disponibile dal 29 settembre 2017 per XBOX One e PC. Il vero cuore di Cuphead è racchiuso nella sfida che il gameplay offre. È possibile giocare da soli o in coppia: si può sparare in 8 direzioni, saltare, schivare ed effettuare una sorta di "parry" con un doppio salto su qualsiasi elemento a schermo evidenziato dal colore rosa. Questo consente di caricare la propria mossa speciale. Nel negozio è possibile acquistare potenziamenti e nuovi tipi di "proiettili". Facile, direte. Niente di più sbagliato.

Se decidete di affrontare le sfide di Cuphead, preparatevi a dover usare tutta la vostra concentrazione e determinazione anche solo per finire la run a difficoltà "regular". Il gioco è fondamentalmente una boss-run intervallata da livelli platform, ma ogni personaggio che andremo ad affrontare è totalmente diverso dall'altro, con mosse uniche, tante fasi tutte da scoprire e tecniche diverse da sfoderare per sopravvivere. Giocare a Cuphead risulta inevitabilmente un continuo "trial & error", perché la chiave è provare e riprovare per capire come farsi strada tra le tante sfide proposte, dove spesso qualsiasi cosa a schermo può ucciderti. Ma non demordete: nonostante la difficoltà, tutto ciò che vedrete sarà un piacere per gli occhi.
I rimandi a Braccio di Ferro, ai Looney Tunes, Betty Boop & co. sono tantissimi. Lo stile anni '30 rivive nei filtri pellicola rovinata, nelle finezze grafiche, nei colori, nella colonna sonora, nei personaggi uno più ispirato dell'altro. Ogni elemento di Cuphead risulta inevitabilmente una perla dal punto di vista visivo e stilistico.
È un gioco prezioso, da affrontare con determinazione, che offre ore di divertimento e meraviglia sotto ogni punto di vista.

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